In un precedente articolo abbiamo visto che le idee vengono presentate attraverso un elevator pitch, cioè una brevissima ma convincente presentazione.
Una volta messo a punto il pitch dovremo identificare nella propria idea, impresa o start up, quale sia la vision ovvero l’obiettivo a lungo termine, (la mission invece è l’insieme delle attività per raggiungere la vision) e da qui validare se ciò che si vuole realizzare è veramente la risposta ad un bisogno effettivo.
Dobbiamo quindi creare un MVP, Minimum Viable Product, ad esempio un video, una fake-demo, una landing page della nostra idea. Qualunque sia la scelta, è necessario creare il nostro prodotto con minime ma sufficienti caratteristiche in modo da poter verificare se qualcuno troverà utile il prodotto o servizio.
Indice
Cosa fare una volta creato un MVP?
L’MVP poi dovrà essere sottoposto ai nostri potenziali clienti tramite interviste o questionari ed ottenere più risposte e/o suggerimenti possibili.
In questo modo saremo in grado di capire meglio il nostro segmento di clientela e apprendere quali migliorie apportare al prodotto stesso.
Questi test dovranno essere svolti continuamente per comprendere se gli sviluppi che si apportano al prodotto aumentano il valore percepito dai nostri potenziali clienti o se dobbiamo cambiare rotta (pivot).
Eric Ries nel suo libro The Lean Startup definisce questo ciclo di feedback C-M-A ovvero:
- Creazione: realizzazione di un minimo prodotto fattibile;
- Misurazione: comprendere se il servizio o prodotto stia portando dei frutti oppure no;
- Apprendimento: capire come modificare il prodotto al meglio ove possibile (perseverare) oppure capire se abbandonare (svoltare) c.d. pivot.
È importante in questa fase per l’impresa definire il proprio Business Model, che dovrà essere scalabile o replicabile.
Eric Ries utilizza una nuova contabilità chiamata Contabilità dell’Innovazione, al fine di eseguire prove tangibili atte a studiare i progressi e vedere se il business sia sostenibile (scalabile o replicabile).
Quali sono gli step di questa nuova contabilità?
Gli step della Contabilità dell’Innovazione sono appunto tre:
1 – con l’MVP si testa il punto di partenza dell’impresa. Si analizzano i primi clienti e i loro bisogni differenti;
2 – una volta definito il punto di partenza si può iniziare. Si svilupperà il prodotto così da procedere verso la base ideale. Si dovranno analizzare le metriche a cui fare riferimento per poi lavorare, con continui esperimenti, facendo test per migliorare le performance iniziali;
3 – analizzeremo i risultati e se capiamo che le metriche non stanno migliorando allora dobbiamo cambiare strategia effettuando un cambio di rotta.
In questa fase bisogna fare attenzione alle vanity metrics, che ci fanno distogliere l’attenzione per vanità in quanto dimostrano che intorno al tuo prodotto c’è un interesse, ma non hanno un valore economico, ovvero dei parametri: corrispondono ad esempio alle visualizzazioni di una pagina web, i download di un app, gli utenti registrati.
Ma come devono essere queste metriche?
Le metriche devono essere processabili ovvero dimostrare un chiaro apporto causa effetto.
Devono essere accessibili, comprese da tutti, concrete.
Infine, verificabili, in modo da dare credibilità al risultato.
Dopo aver verificato la funzionalità del minimo prodotto, sarà necessario passare alla realizzazione di un MDP, Minimum Desiderable Product, incentrato quindi sui desideri del cliente.
In questa fase l’idea si trasformerà definitivamente in impresa, mettendo appunto tutte le strategie di crescita e andando ad aggredire il mercato.