Ci chiediamo spesso quale sia il percorso giusto per fare impresa. Ci siamo confrontati con clienti, collaboratori, leggendo di storie di successo e grandi fallimenti.
Dopo questi approfondimenti ci sentiamo di dire che, ancora, non esiste una formula magica o un qualche framework risolutore.
Raccogliamo comunque letture, approfondimenti ed esperienze in questo articolo guida su come partire per fare una startup.
Ah, c’è un po’ da leggere, però alla fine dell’articolo pensiamo di averti fornito diversi strumenti pratici per risolvere questa complessa equazione.
Altrimenti possiamo fornirti una consulenza specifica all’interno del nostro startup studio!
Indice
Partiamo dagli albori, l’idea
Se stai pensando di aprire la tua startup perché pensi di aver avuto l’idea rivoluzionaria, probabilmente dovrai cambiarla diverse volte prima di arrivare a qualcosa che si avvicina ad un’azienda.
Molto spesso chi entra nel mondo delle startup è convinto di aver ideato un prodotto/servizio che rivoluzionerà il mondo. O almeno le proprie tasche.
In realtà prima di partire ognuno dovrebbe farsi delle domande per capire se la propria idea sia veramente risolutrice:
- L’idea risolve un problema di qualcuno?
- È possibile monetizzare dal prodotto/servizio ideato?
- Quanto è complesso trasformare l’idea in pratica?
Queste prime tre domande, estremamente semplici, solitamente portano a diverse riflessioni.
Vediamole nel dettaglio.
L’idea risolve un problema di qualcuno?
La principale domanda a cui rispondere: quali problemi risolve il prodotto/servizio che ho ideato?
Sostanzialmente in questa primissima fase è necessario capire se il mio prodotto innovativo, soddisfa i bisogni di qualcuno.
Uno dei metodi classici per rispondere a questa domanda è la creazione di questionari da far compilare ai nostri potenziali clienti.
Anche con campioni non eccessivamente rilevanti possiamo così capire se quello che abbiamo pensato possa arrivare al mercato.
Facciamo un esempio.
Ipotizziamo di avere ideato una schiuma da barba che permette agli uomini di radersi 1 volta l’anno.
Quale problema risolve il prodotto? La fatica di doversi radere ogni giorno o quasi.
Per verificare se questo bisogno esiste realmente, potremmo sviluppare un questionario nel quale chiediamo ad ogni utente quante volte si rade, ogni quanto, se preferirebbe radersi meno di frequente mantenendo lo stesso aspetto.
In base all’esito del questionario potremmo capire se il problema è realmente percepito dai potenziali clienti.
Oltre a selezionare e aggiungere musica, ci sono una serie di utili strumenti di editing video da esplorare. L’opzione per tagliare ed eliminare i clip video, un timer per il conto alla rovescia del video, l’opzione per regolare la velocità del video e una libreria di effetti video tra cui scegliere.
Quando crei un video, puoi scegliere di filmare video clip sul posto o caricare un video pre-modificato dal rullino fotografico.
È possibile monetizzare dal prodotto/servizio ideato?
In questo caso è abbastanza semplice rispondere: dobbiamo capire se in qualche modo possiamo trarre un guadagno dal prodotto/servizio.
Nei casi più semplici, la vendita del prodotto/servizio genera i ricavi dell’azienda.
Esistono altri modelli di business che permettono comunque di monetizzare senza la vendita diretta di un prodotto/servizi:
- I sistemi freemium, che prevedono una versione gratuita limitata con diverse funzionalità aggiuntive a pagamento;
- Le affiliazioni con partner di vendita, che permettono di guadagnare sugli acquisti derivati da una piattaforma o da un sito;
- Le sponsorizzazioni, che permettono di vendere spazi pubblicitari a degli inserzionisti.
Già in questa fase primordiale è fondamentale definire, o almeno ipotizzare, quale modello dovrebbe generare poi dei ricavi.
Quanto è complesso trasformare l’idea in pratica?
Siamo dei sognatori, sia chiaro. Ma comunque dobbiamo mantenere i piedi per terra.
È fondamentale capire se un’idea sia irraggiungibile, se richiede una quantità esorbitante di risorse economiche e tecnologiche.
Tornando all’esempio della schiuma da barba, è ovvia che l’idea sarebbe realizzabile solamente se avessimo in mano la formula di quello strepitoso prodotto.
Se dovessimo strutturare un team di chimici e medici che studi per anni la soluzione che si avvicina maggiormente all’idea, finiremmo in rovina prima di poter testare il prodotto sul mercato.
Startup, come partire: la validazione
Dopo aver chiarito che il prodotto/servizio che abbiamo ideato risolve i problemi di qualcuno, che è monetizzabile, e che è possibile metterla in pratica, possiamo procedere spediti alla realizzazione di un MVP.
MVP (minimum viable product) è lo strumento che utilizzeremo per validare la nostra idea di business.
L’MVP è la versione semplice del prodotto che abbiamo in mente, con le funzionalità minime necessarie e realizzata senza spreco di risorse.
Un prodotto che ci permetta di interagire in tempi rapidi con il mercato, per avere un riscontro reale di clienti e, eventualmente, generare i primi ricavi che permettono di ammortizzare le prime spese.
L’MVP ci permette anche di raccogliere eventuali feedback dei clienti sul prodotto, permettendoci di perfezionarlo.
Ci sono diverse tipologie di MVP, che ci permettono di raggiungere più stadi di validazione.
Un esempio che abbiamo usato spesso è la creazione di una landing page di raccolta contatto, con delle campagne a pagamento che ci generano traffico.
Quindi, ricapitoliamo la timeline che abbiamo analizzato fino per aprire una startup:
- Capire se l’idea che abbiamo risolve un problema, è monetizzabile ed è realizzabile;
- Creare un MVP per validare l’idea sul mercato.
Okay, ma come faccio da solo a fare tutte queste cose?
È impossibile. Creare una startup senza strutturare un team è praticamente impossibile.
Fin da subito dovrai condividere la tua idea alla ricerca di soci e collaboratori che siano in grado di seguirti nel progetto.
Le figure che ti devono affiancare rappresentano uno dei principali fattori di successo o fallimento e per questo dovrai cercare dei collaboratori che abbraccino il progetto e che abbiano delle competenze complementari.
Probabilmente la tua startup avrà bisogno di competenze tecnologiche, sul prodotto/servizio che vendi, di marketing, organizzative e amministrative.
Se riesci a mettere insieme tutto questo, le tue probabilità di successo aumenteranno di molto.
E da subito dovrai cercare queste persone, che già nella fase di validazione dovranno far parte del progetto per generare ed analizzare i primi risultati.
Procediamo, dopo la validazione?
Nel caso in cui la validazione abbia dato un risultato positivo, dobbiamo sviluppare il progetto definitivo, avendo sempre ben chiaro che la raccolta di feedback per migliorare il prodotto non termina mai.
In caso contrario, sarà necessario fare un pivot, quindi un cambio di direzione con delle variazioni sostanziali all’MVP, che deve essere nuovamente testato.
Passando allo sviluppo definitivo del prodotto entrano in ballo altre questioni abbastanza spinose:
- Dobbiamo definire nel dettaglio il modello di business, magari servendoci del business model canvas, un framework classico che ci aiuta a definire il modello di business;
- All’interno del business model canvas dobbiamo inserire un primo piano economico che ci permetta di identificare entrate, uscite e flussi di cassa;
- Dobbiamo trovare dei fondi che ci permettano di realizzare il prodotto nella sua versione completa;
- Dobbiamo capire il modello societario più vantaggioso per la nostra startup.
Definizione del modello di business
Seguendo il business model canvas saremo in grado di definire, oltre al piano economico, il target e la proposta di valore, i canali di comunicazione, le risorse e i partner chiave necessari per sviluppare il progetto imprenditoriale.
Insomma sostanzialmente arriveremo a capire nel dettaglio cosa vendiamo, a chi, quali sono i vantaggi che vogliamo far percepire al target.
Questo ci permetterà di mettere in ordine le idee che si sono sviluppate durante il processo di validazione, per arrivare ad un progetto ben definito.
Definizione del piano economico
All’interno del modello di business entrano in gioco i numeri.
Prezzi, investimenti necessari, previsioni di vendita. Tutti dati necessari che qualunque investitore, banca o eventuale socio richiede.
Ci sono diversi modelli per realizzare un business plan in autonomia, anche se affidarsi a un professionista esterno (sempre che non ci sia una risorsa competente all’interno del team) potrà permettere di richiedere un piano economico su misura.
Ricerca dei fondi: venture capitalist, crowdfunding, bandi
Lo sviluppo dell’idea, partendo dall’MVP, porta obbligatoriamente alla necessità di ricercare fondi per finanziare il progetto.
Esistono diverse soluzioni tradizionali, dai fondi bancari ai prestiti di amici e parenti, e alcune soluzioni innovative:
- Crowdfunding: proporre le propria idea sulle delle piattaforme che raccolgono investitori disposti e finanziare progetti ad alto rischio in cambio di equity, prelazioni sui prodotti e altri vantaggi;
- Bandi nazionali, europei, regionali: finanziano le imprese innovative, alcune volte con finanziamenti in parte a fondo perduto, più spesso con finanziamento a tassi agevolati;
- Venture capitalist: ci sono società di investitori o soggetti singoli pronti a finanziare startup o progetti d’impresa. Possono essere avvicinati ad eventi di settore, partecipando a pitch competition o direttamente online.
Individuare il modello societario
Ai nostri clienti consigliamo di impegnarsi negli aspetti burocratici solamente dopo la validazione.
In questa fase infatti è stato solitamente definito il modello di business, la fattibilità economica del progetto, il reale interesse del mercato.
Esistono numerose forme societarie possibili, che hanno vantaggi, spese differenti e più o meno semplificazioni, ma quella che più ci interessa e che definiamo è la startup innovativa.
I requisiti per essere startup innovativa sono elencati nella circolare del ministero dello sviluppo economico.
In particolare le startup innovative devono rispettare almeno uno dei seguenti 3 requisiti:
- Sostenere spese in ricerca, sviluppo e innovazione di almeno 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
- Impiegare almena ⅓ di personale con dottorato di ricerca, oppure ⅔ con laurea magistrale;
- è titolare o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di almeno 1 software registrato.
La startup innovativa ha diritto a diverse agevolazioni e semplificazioni che sono elencate all’interno della pagina del ministero dello sviluppo economico.
Arrivati a questo punto, l’impresa è partita (ma non è arrivata)
Il percorso a questo punto non è finito, e si meriterebbe una serie di articoli per procedere.
Il consiglio è quello di continuare a raccogliere feedback per migliorare il prodotto, mettere in pratica una strategia di marketing solida con dei KPI chiari lasciando perdere le vanity metrics.
Insomma dopo aver progettato la propria azienda, è arrivato il momento di portarla avanti sapendo che la strada è ancora in salita, ma avendo delle basi solide da cui poter partire!
Il percorso a questo punto non è finito, e si meriterebbe una serie di articoli per procedere.
Il consiglio è quello di continuare a raccogliere feedback per migliorare il prodotto, mettere in pratica una strategia di marketing solida con dei KPI chiari lasciando perdere le vanity metrics.
Insomma dopo aver progettato la propria azienda, è arrivato il momento di portarla avanti sapendo che la strada è ancora in salita, ma avendo delle basi solide da cui poter partire!