Quando si parla di brand, brand identity, branding e personal branding, si raccolgono un sacco di concetti che molto spesso vengono confusi.
Si esatto, ho scritto “un sacco” perché in questo blog cerchiamo di parlare nel modo più semplice (e comprensibile) possibile.
Vediamo quindi quali sono le principali differenze che troviamo nei concetti che abbiamo citato.
Indice
Brand, brand identity, branding
Cosa significa Brand?
Prendiamo una risposta da manuale:
“Soluzione di marketing creata per differenziare l’impresa della concorrenza e per creare valore per i clienti, per i collaboratori e per l’impresa stessa”.
Ovviamente questa non è una mia definizione, ma è ripresa da un libro di Chernev, un marketers allievo di Philippe Kotler.
Possiamo dire che il brand è un insieme di sensazioni che permettono ai nostri prodotti di essere scelti su uno scaffale rispetto a quelli dei competitor.
Cerchiamo di chiarire meglio con un esempio.
Quando ci troviamo a scegliere tra due prodotti, tendenzialmente saremo più portati a scegliere un prodotto che già conosciamo (perché abbiamo visto una pubblicità, perché ce ne ha parlato un conoscente, perché abbiamo visto che la star di turno nelle proprie storie di instagram usa quel prodotto), rispetto a un prodotto che non abbiamo mai sentito nominare.
Tanto più se a quel prodotto affiliamo delle percezioni positive.
Quindi sostanzialmente parlando di brand ci concentriamo su 2 punti fondamentali:
- l’identità (brand identity);
- il significato del brand
Cerchiamo di vederle nel dettaglio.
Identità del brand: di cosa si tratta?
Semplice. L’identità di un brand sono tutti gli elementi che lo rendono riconoscibili. Tutti gli aspetti visivi (e non solo) che lo caratterizzano.
Comunemente l’identità di un brand è composta dal logo, in tutte le sue varianti, dai colori aziendali, dai font aziendali, dalla struttura di certe composizioni.
Si possono citare esempi multipli: da Ferrari, con il cavallino e il rosso caratteristici, a Ikea, caratterizzata dagli stessi identici cartelli in tutti i negozi della catena.
Oltre all’identità visiva, ogni brand si può caratterizzare per l’identità verbale: il modo in cui comunica sui social, nelle presentazioni aziendali, nelle mail. Possiamo racchiudere l’identità verbale nel cosiddetto tono di voce.
L’identità verbale deve riportare nei testi i “sapori” definiti nell’identità visiva.
Se pensi ad alcuni marchi di fast food famosi, sicuramente inizierai a renderti conto di quanto queste aziende abbiano lavorato sulla loro brand identity.
All’interno dei punti vendita di MC Donalds troviamo lo stesso logo, gli stessi colori, i menù sempre nelle stesse posizioni e, soprattutto, la stessa esperienza. Tutti gli addetti sono formati per interfacciarsi con il cliente allo stesso modo.
Forse anche un po’ troppo.
E il significato del brand?
Un concetto un po’ più complesso, ma come sempre cerchiamo di semplificare!
Come le persone, anche i brand possono avere una propria personalità. Un’anima che gli permetta di distinguersi non solo visivamente.
Diciamo che possiamo definire il significato di un brand come l’insieme di percezioni, di sensazioni e di valori che clienti e collaboratori vedono in una marca.
In questo caso sicuramente gli esempi aiutano la definizione.
Se pensiamo a Ferrari, ci viene in mente la velocità, il lusso. E questo perché il brand Ferrari si è posizionato nel mercato con l’obiettivo di farsi percepire così.
Pensando invece a Toyota, le prime cose che ci vengono in mente sono probabilmente il risparmio nei consumi e l’affidabilità giapponese. Tutti valori che il marchio automobilistico ha voluto che fossero legati ai propri prodotti.
Va di conseguenza che progettando l’identità di un brand, dobbiamo per forza prima pensare a quali valori ci distinguono.
E poi traslare quei valori dal punto di vista visivo e comunicativo.
Ora parliamo di branding
Dopo aver definito l’identità e il significato di un brand, possiamo arrivare a parlare di branding.
Il branding è l’insieme di tutti gli sforzi che un’azienda mette in gioco per veicolare ai clienti le proprie diversità, i tratti distintivi e la proposta di valore.
In che modo?
Ad esempio, realizzando campagne di comunicazione che hanno come obiettivo quello di promuovere la marca, veicolando i valori fondamentali.
Oppure migliorando l’esperienza in negozio, in modo che gli utenti si affezionino al marchio per un eccellente servizio clienti.
Insomma l’attività di branding tocca diversi settori dell’organizzazione aziendale ed ha come unico obiettivo quello di aumentare l’affetto di consumatori e collaboratori nei confronti dell’impresa.
Linea guida al branding aziendale
Abbiamo visto quali sono i punti principali quando si parla di brand.
Ma in pratica come possiamo utilizzarli? Come detto la creazione e l’investimento nel brand può aiutare un’impresa ad avere un vantaggio competitivo nel mercato.
Ecco quindi una sintesi delle azioni consigliate per iniziare ad arricchire il valore percepito per la propria azienda:
- Identificare i valori che ci distinguono, definendo una vision e una mission aziendale;
- Definire la propria identità: dagli aspetti visivi (logo & co) al tono di voce, cercando di rispettare nel tempo l’identità creata;
- Progettare campagne di marketing che non puntino solamente alle vendite, ma anche a trasmettere i propri valori ai clienti;
- Curare ogni dettaglio dell’esperienza utente: dalla navigazione del sito web, all’assistenza clienti;
- Curare i rapporti con partner e fornitori, in modo che siano i primi portavoce delle mission e dei valori aziendali.
Personal branding: differenze e spunti
Uno dei termini più in voga dell’ultimo periodo: il personal branding.
Anche in questo caso parliamo di una serie di azioni che, riferite a soggetti singoli come i liberi professionisti, permettono di risaltare in un mercato affollatissimo.
Un professionista si affida a una strategia di personal branding per apparire più autorevole su determinati argomenti.
In che modo?
Ad esempio condividendo contenuti su quegli argomenti specifici, oppure mettendo in risalto determinate caratteristiche che lo differenziano da altri professionisti.
Il processo è più o meno simile:
- definire i tratti distintivi, il posizionamento;
- scegliere, soprattutto dal punto di vista verbale, uno stile che permetta di identificarsi e distinguersi;
- comunicare i tratti distintivi attraverso i propri canali, costruendo una strategia di contenuti utili, che ne dimostrino l’autorevolezza;
- non deludere le aspettative generate nei confronti dei clienti.
Conclusioni
Abbiamo fatto un breve viaggio tra brand, brand design, branding e personal branding, cercando di definire i punti chiave di ciascun elemento citato e vedendo nel concreto come strutturare una strategia di branding.
Parliamo di questi argomenti ogni giorno e se ti serve una prima consulenza gratuita per schiarirti le idee puoi prenotare un appuntamento a questa pagina!
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